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L’ARCIPELAGO DI CHAGOS FRA INTERESSI STRATEGICI OCCIDENTALI E QUESTIONE DEGLI ILOI

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“Orma della libertà” è il nome della base statunitense situata a Diego Garcia, l’isola principale dell’arcipelago di Chagos, una colonia britannica che comprende numerosi atolli sparsi nell’Oceano Indiano. Le isole Chagos facevano parte di Mauritius, una colonia insulare della Gran Bretagna situata nell’Oceano Indiano 2.000 km a sud-ovest di questo arcipelago. Nel 1965, su insistenza degli Stati Uniti, il governo britannico acconsentì alla separazione delle Chagos da Mauritius, per creare una nuova colonia denominata Territorio Britannico dell’Oceano Indiano. Nel 1966, con un accordo segreto, la Gran Bretagna concesse agli Stati Uniti il diritto ad installarvi una base militare aeronavale, con la garanzia che nessuna nave avrebbe potuto avvicinarsi a quelle isole senza un permesso scritto. A tal proposito, a Londra non vi fu alcun dibattito parlamentare e non venne fatta circolare alcuna notizia. L’arcipelago delle Chagos era abitato da una popolazione chiamata Iloi, discendente da schiavi africani importati dalla Gran Bretagna due secoli prima e da lavoratori malgasci e indiani a contratto di servizio. Gli Iloi avevano sviluppato una propria cultura e parlavano un linguaggio creolo, frutto della mescolanza delle loro lingue d’origine. Per mantenere segreta la costruzione della nuova installazione militare e per sbarazzarsi di una potenziale opposizione indigena, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna decisero di deportare a Mauritius e nelle Seychelles le comunità di oltre duemila Iloi residenti nelle Chagos da cinque generazioni. In cambio, la Gran Bretagna costruì a proprie spese un nuovo aeroporto a Mahé, nelle Seychelles, e concesse a Mauritius l’indipendenza e tre milioni di sterline, a patto che rinunciasse a qualunque pretesa sull’arcipelago di Chagos. Inizialmente, il nuovo governo di Mauritius acconsentì in cambio dell’indipendenza, ottenuta nel 1968, e del denaro. Tuttavia, in seguito, non ha mai cessato di rivendicare quelle isole, dopo aver accusato la Gran Bretagna di aver violato una risoluzione delle Nazioni Unite che dichiarava illegale lo smembramento della colonia di Mauritius. Gli Stati Uniti pagarono segretamente alla Gran Bretagna 14 milioni di dollari per gestire la deportazione degli indigeni e per costruire in piena autonomia la base militare a Diego Garcia, un atollo a forma di ferro di cavallo lungo circa sessanta chilometri, che Londra cedette in gestione agli USA per cinquant’anni, in cambio di uno sconto sull’acquisto di armi nucleari. Fra il 1965 e il 1973 l’intera popolazione indigena fu evacuata in navi mercantili sovraffollate e in condizioni igieniche precarie, per essere abbandonata sulle banchine nei porti di destinazione, senza alcuna assistenza né risarcimento. Agli Iloi non era stato concesso di conservare alcuna proprietà e, ancora oggi, nessun governo riconosce loro alcun diritto di cittadinanza. Ultimata la deportazione degli abitanti, gli Stati Uniti, che intendevano completare il proprio ampio sistema di sorveglianza oceanica, installarono a Diego Garcia una struttura denominata Mago Classico, un collegamento a terra che faceva parte di un ampio e segreto progetto satellitare necessario a localizzare e captare le comunicazioni delle navi e dei sottomarini sovietici di tutto il mondo. Dalla base di Diego Garcia, che attualmente ospita personale statunitense e britannico, comprendente oltre tremila militari e civili, decollarono gli aerei per le missioni di bombardamento in Iraq, durante la Guerra del golfo del 1991, in Afghanistan, durante l’operazione Enduring Freedom che rovesciò il regime talebano, e ancora in Iraq nel 2003, per bombardare Baghdad, mentre era in corso Iraqi Freedom. La base è stata pure coinvolta nel programma della CIA “Rendition”, riguardante i prigionieri sospettati di terrorismo. Gli Iloi non hanno mai cessato di richiedere ai governi statunitense e britannico di rientrare nelle proprie terre. Nel luglio 2000 presentarono un’istanza alla Corona britannica per ottenere una sentenza che permettesse loro di fare ritorno alle proprie isole. Nel 2001 avviarono una causa presso una corte federale degli Stati Uniti, accusando il Pentagono di deportazioni illecite, discriminazione razziale, tortura e genocidio. Nel 2003, un tribunale britannico emise una sentenza secondo cui i diritti degli Iloi erano infondati. Soltanto nel marzo 2006, un gruppo di circa duecento Iloi ottenne dalla Gran Bretagna il permesso di effettuare una breve visita nell’arcipelago di Chagos, dove posero alcuni monumenti nei propri luoghi di origine. Nell’aprile 2010, per preservare l’ambiente naturale, la Gran Bretagna ha dichiarato questo territorio Area Protetta Marina, autorizzando la pesca soltanto al personale della base di Diego Garcia e proibendo qualunque attività estrattiva. Questa normativa, di fatto, pone un importante impedimento legale al ritorno degli Iloi nell’arcipelago di Chagos, ai quali verrebbe proibito lo sfruttamento delle proprie risorse ittiche e minerarie e quindi vedrebbero preclusa ogni attività economica. Perciò, due problemi importanti permangono tuttora irrisolti: la rivendicazione da parte di Mauritius dell’arcipelago di Chagos e il ritorno degli Iloi nelle proprie isole. Tali questioni continuano ad essere ignorate dai governi statunitense e britannico.


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